Ballet Nights
Londra ospita la seconda edizione di Ballet Night, format ideato nel 2021 dall’ex danzatore
Jamiel Devernay – Laurence, ora in veste di direttore artistico e presentatore delle serate.
Il Lantern Studio Theatre è la location prescelta: collocata nel distretto periferico di Canary
Warf, offre un grande palcoscenico che permette una visione ravvicinata, quasi elitaria della
performance ad un pubblico non troppo numeroso.
Gli show per l’autunno prevedono 3 diversi programmi con due serate per ognuno,
accomunate dal medesimo intento: portare l’esperienza delle grandi opera house in venues
periferiche, unendo nomi affermati e talenti emergenti, impegnati tanto in performance
classiche quanto contemporanee.
Abbiamo assistito al primo programma, dove il balletto classico risulta preminente.
Dopo una breve intro musicale del pianista Viktor Erik Emanuel (Chopin per la prima parte e Liszt per la seconda), la danza prende il sopravvento. Aneddoto degno di nota: il pianoforte, concesso in donazione da Yamaha, fu usato anche da Elton John!
The Dying Swan di Fokine apre le danze, mirabilmente interpretato dall’étoile della Royal
Opera House Melissa Hamilton. La sua performance è sublime, e aggiunge un tocco raffinato e personale a un titolo abbastanza comune nei gala di balletto.
Hamilton ritorna in conclusione della serata con Reece Clark in un estratto del Concerto di
Kennet MacMillan, un pas de deux intenso, avvincente sulle note di Shostakovich –
indubbiamente l’highlight del programma.
MacMillan è rappresentato anche in Isadora, un altro pas de deux che non vediamo spesso
sulle scene, intenso e sensuale. La performance di Amy Thake e Edd Mitton del York Dance
Project è accolta da grandi applausi.
Pubblico in visibilio anche per Czárdás del principal del Royal Ballet Steven McRae –
un’incredibile unione di danza e tap, con una live performance del violinista Vasko Vassiliev.
Ultima pièce classica è la variazione di Gamzatti da La Bayadére, rappresentata da
Constance Devernay – Laurence, ex principal dello Scottish ballet di ritorno sulle scene da un recente infortunio.
Tre i brani contemporanei in programma – un a solo, un passo a due e un pezzo d’insieme.
All in Passing, presentato dal New English Ballet Theatre mostra la dinamica delle relazioni e interazioni umane, nel loro complesso prendersi e lasciarsi. Anche la musica, a tratti non in armonia col movimento, sembra riflettere questo intricato divenire. L’esibizione è
complessivamente di grande effetto e risalta il talento dei giovani danzatori.
La dinamica di coppia è esplorata anche in You will get what you want di Gavin McCaig, in
una buona performance di Joseph Taylor e Julie Nunes.
Intensa anche l’esibizione di Jordan James Bridge, in una nuova produzione commissionata
per la serata.
La serata risulta ben riuscita nel complesso, e apre positivamente la strada alla seconda e
terza serata, in programma rispettivamente a fine ottobre e fine novembre.