Di e con Maria Cassi
e con Marco Poggiolesi alle musiche di scena
luci e suoni Diego Costanzo
produzione Teatro Franco Parenti / Compagnia Maria Cassi Circolo Teatro del Sale
——–
Schegge inizia… e si sente cantare una canzone dalle indistinte parole. Appare solo in un secondo momento la misteriosa cantante, con occhiali da sole che ne nascondono lo sguardo, rossetto e stivaletti rossi, ampia mimica facciale… sembra canti in playback, tanto la voce è potente rispetto allo spazio e alla persona. Qualche istante e capisco che non è assolutamente così: Maria Cassi ha una voce pazzesca e il microfono non c’entra.
Il fatto poi che rende ancor più interessante guardarla mentre agisce sulla scena è quanto la sua stessa voce e lo spirito che la anima stiano totalmente alla guida del suo corpo, modificandolo e muovendolo come uno strumento. Il volto quindi si plasma nell’emissione delle onde sonore, liberando espressività appartenenti a molteplici volti, il corpo tutto vibra della storia raccontata e l’attrice riempie così, con sé stessa e con molte altre figure, la sala del teatro. Quando si dice “lo strumento dell’attore è il suo stesso corpo”; quando si dice “animale da palcoscenico”… questa corporeità è la chiave della sua potenza e della sua capacità di coinvolgere il pubblico, con sapienza profonda e radicata. Le permette di trasmettere sensazioni a tinte forti, sia nel piacere che nel fastidio, nella risata pungente e in quella più leggera.
Il testo inizia semplicemente, con qualche facezia di poco conto, e poggiandosi sul racconto di un personale quadro notturno (Era una notte buia e tempestosa…) raggiunge con brevi passi il poetico. Nella descrizione mimica e vocale delle persone del quartiere, del rapporto travagliato con il cibo e con il passare degli anni, dell’infanzia e delle lacrimose quanto ironizzate carenze affettive, Maria Cassi ci offre un quadro cangiante di situazioni quotidiane, viste dal suo sguardo generoso e dissacrante d’artista.
Va spesa infine una parola sulla presenza pacata e sorridente di Marco Poggiolesi, il cui accompagnamento si integra organicamente al racconto, valorizzandone la parola e il canto.