La vita potrebbe riservarti delle sorprese del tutto inaspettate; soprattutto se i conti ognuno di noi non li fa da solo, sondando se stesso, ma li fa assieme ad una ristretta cerchia apparentemente “affiatata” di amici. Amici che, si suppone, ti conoscano pure, sappiano talmente bene chi sei a tal punto che mai e poi mai, potrebbero arrivare ad immaginare che, in quella stessa tua vita, si nascondano una o più vite parallele. Una o più vite che comportino, tra le altre cose, anche frequentazioni inverosimili che neppure il più solerte tra i pensatori più fantasiosi – tra quegli stessi amici che dovrebbero sapere quasi tutto di te – potrebbe concepire. E se questo vale per te, vale pure per ciascuno degli altri, nessuno escluso! E’ evidente!
Ebbene, “Perfetti sconosciuti”, lo spettacolo di Paolo Genovese – che firma la sua prima regia portando l’adattamento teatrale di un film da lui stesso diretto nel 2016 – e che domenica, in pomeridiana, ha chiuso una settimana di repliche con un successo sempre crescente al teatro Donizetti di Bergamo, è stato questo e tanto altro ancora.
Eh si, è come se si fosse scandagliato un caleidoscopio umano da cui son uscite fuori storie apparentemente “assurde”, che ad un tratto vengono rese palesi nel corso di una “reunion” tra un gruppo di quattro coppie di amici che “si mettono in discussione” e decidono di fare un “gioco della verità” mettendo tutti i cellulari sul tavolo al fine di condividere tutti i messaggi e le telefonate che da quel momento in poi sarebbero sopraggiunti.
E’ stato come se ciascuno finisse gradualmente con l’“impossessarsi” dei segreti dell’altro in un crescendo costante e continuo d’imbarazzo. Se all’inizio tutto poteva sembrare banale e fine a se stesso, la cosa, invece, si rivela come un autentico gioco al massacro con il rischio serio che amicizie durature e consolidate dal tempo si sfaldino.
In pratica succede che una coppia in crisi come Eva (Astrid Meloni) e Rocco (Paolo Calabresi) organizzano una cena a casa loro invitando alcuni amici dell’adolescenza come Lele (Dino Abbrescia) e Carlotta (Anna Ferzetti), Cosimo (Marco Bonini) e Bianca (Alice Bertini) e Peppe (Emmanuele Aita). La vicenda si snoda dal momento in cui il gruppo inizia a discutere su una coppia di amici in comune che s’è separata di recente dopo che la moglie aveva scoperto sul cellulare del marito i messaggi di quest’ultimo con l’amante. A quel punto è proprio Eva che propone una sorta di “esperimento” suggerendo l’iniziativa di collocare i cellulari sul tavolo e far sapere a tutti il contenuto di messaggi o telefonate che da lì a poco non avrebbero tardato ad arrivare. Doveva trattarsi di una serata all’insegna dell’allegria e della spensieratezza nel corso di un eclisse lunare, e che, invece, si rivela “infuocata” e disvelatrice, purtroppo. Il titolo dello spettacolo, d’altro canto, è più che eloquente e pone in essere un interrogativo inquietante: ma, poi, è davvero sicuro che nel corso della vita conosciamo veramente la storia degli amici, anche di quelli più cari, se alla fin fine, a volte, non ci si conosce a fondo manco all’interno della propria coppia? Si tratta, in ogni caso, di una commedia brillante sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento che mette in luce tutte le fragilità delle relazioni che oggigiorno poniamo in essere e dove alla fine di questo viaggio divenuto, per certi versi, surreale, ciò che deve poter emergere è che nostro dovere prioritario dovrebbe soltanto quello di tutelare chi vogliamo bene o amiamo cercando di rifuggire dai tentativi molto spesso maldestri – come s’è potuto evincere – e cercare di puntare piuttosto sull’onestà dei sentimenti che devono poter prevalere in una vita che altrimenti diventerebbe, ed inevitabilmente, – se fosse quasi sempre così, ahinoi – la recita di un banale copione teatrale!
A fine spettacolo, gli applausi convinti di un pubblico sold out ed entusiasta fanno il resto per un cast d’eccezione i cui personaggi ed interpreti sono stati eccezionali così come le scene di Luigi Ferrigno, i costumi di Grazia Materia e le luci di Fabrizio Lucci per una produzione del Nuovo teatro diretta da Marco Balsamo, in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana, Lotus production!